I festival cinematografici rappresentano ancora oggi un tassello fondamentale per il percorso di crescita professionale di un regista indipendente.
È grazie ai festival che i film più refrattari alle logiche e al conformismo del cinema mainstream riescono a trovare la propria voce.
Perché i festival cinematografici contano
Ad un festival c’è sempre posto per le storie più difficili e anticonvenzionali, purché sorrette da solide qualità tecniche e da un forte intento artistico. I curatori più accorti tendono anzi a valorizzare tutti quei film che affrontano in modo brillante i temi ritenuti troppo controversi per approdare nel circuito ordinario.
Vediamo insieme i 5 buoni motivi per cui vale la pena di partecipare ad un festival cinematografico.
1) Premi e riconoscimenti
Un film premiato e accolto dalle recensioni positive dei critici ospiti (e dei comuni spettatori) non passa inosservato.
Le locandine che esibiscono allori e menzioni (ma senza esagerare!) attirano più pubblico e fanno scattare il passaparola degli spettatori. In questo modo, l’appeal commerciale del tuo film aumenta drasticamente. È il potere del prestigio.
Inoltre, i titoli selezionati e proiettati da un festival possono essere aggiunti su IMDb, il più grande catalogo virtuale di prodotti audiovisivi, nonché uno dei siti più visitati al mondo.
Ritagliarsi uno spazio su IMDb ed esporre i propri awards può rivelarsi una mossa vincente per la tua carriera: sempre più produttori e distributori utilizzano il catalogo per trovare nuovi talenti e professionisti.
Ricorda che IMDb viene considerato una vera e propria autorità da migliaia di cinefili incalliti. Navigando sul sito, i più curiosi potrebbero giungere ad una lista contenente uno dei tuoi film e magari diventare tuoi fedeli seguaci.
Assicurati però che il festival a cui hai partecipato (e magari anche vinto) sia conforme al regolamento di IMDb. Per essere considerato valido da IMDb, un evento deve:
- avere almeno cinque anni di vita
- essere dotato di un sito ufficiale
- avere una giuria credibile e di qualità, composta da professionisti e veterani del settore
In caso contrario, il sito non accetterà l’inserimento del tuo titolo nel database.
2) Possibilità di ingaggiare un pubblico senza confini
Data la loro vocazione internazionale, i festival cinematografici consentono di raggiungere i cinefili di tutto il mondo, sempre in cerca di nuovi esperimenti audiovisivi e desiderosi di conoscere storie spesso introvabili sugli altri media.
I veri appassionati vedono nei festival un’opportunità imperdibile per confrontarsi con mondi lontani e accogliere la diversità culturale in tutta la sua ricchezza.
3) Networking
I festival cinematografici, reali o virtuali che siano, svolgono il ruolo di veri e propri crocevia tra arte e industria, dove convergono diverse figure professionali del settore quali attori, produttori e distributori.
Anche se non riuscissi a conquistare il primo gradino del podio, questi eventi possono comunque offrirti l’opportunità imperdibile di intessere nuove relazioni (o cementare quelle già esistenti) con altri addetti ai lavori.
Un incontro fortunato e il giusto aggancio possono perfino gettare le basi per un contratto di distribuzione o attirare investitori e attori per le tue produzioni future.
4) Possibilità di presentare un cortometraggio
Nemmeno i più grandi, all’inizio della loro carriera, si sono subito gettati a capofitto nella realizzazione di un lungometraggio. Prima di turbarci (e deliziarci) con il suo Eraserhead (1977), David Lynch ha diretto diversi brevissimi cortometraggi, che tuttavia già lasciavano intravedere il suo genio visionario.
Per fare gavetta e spiccare in questo panorama altamente competitivo, i cortometraggi costituiscono il miglior banco di prova. Grazie a questo potente strumento, un regista emergente può dimostrare il suo talento dietro la macchina da presa, nonché la sua capacità di raccontare una storia avvincente in tempi e con budget relativamente limitati.
E se un produttore vede del potenziale in un corto, ci sono buone probabilità che questo un giorno diventi un lungometraggio di successo. Proprio come è accaduto a Monster (2005), il cortometraggio dell’australiana Jennifer Kent, rivisitato e ampliato col nome di The Babadook (2014), uno degli horror più innovativi del decennio scorso.
Se anche tu, caro lettore, hai prodotto uno o più cortometraggi, non puoi lasciarti sfuggire l’occasione di presentare i tuoi lavori ad un festival.
5) festival cinematografici come spazi di riflessione
Alcuni tra i più grandi autori indipendenti sfruttano questo canale privilegiato per condividere la loro particolare prospettiva sulle ingiustizie sociali o sulle contraddizioni insite nelle loro culture.
Basti pensare al caso recente di Parasite (2019), il capolavoro del sudcoreano Bong Joon-Ho, premiato dal TIFF e dal Festival di Cannes, per poi essere consacrato come miglior film agli Oscar 2020. Con uno sguardo sospeso tra il sarcasmo e la compassione, il regista getta luce sulla sperequazione della ricchezza nella Seoul contemporanea, astenendosi da giudizi moralistici.
Ci auguriamo che questo articolo sia stato di tuo gradimento e soprattutto che possa aiutarti nel tuo percorso di crescita professionale.
Se hai già avuto delle esperienze nel mondo dei festival, non esitare a lasciare un commento per raccontarcele.
A presto!